Intervista a Radio Veronica One

Cosa può far l'architetto per la tua casa

In questa piacevole intervista a Radio Veronica One andata in onda sia in radio che in video sui canali social di Radio Veronica One, racconto il mio lavoro di architetto e spiego come fare quando si decide di voler ristrutturare una casa o un alloggio.

Come è nata la sua passione per l’architettura?

Ho iniziato l’attività professionale quasi vent’anni fa, ma la passione per l’architettura e il design di interni mi appartiene fin da quando ero bambina, grazie anche ai miei genitori che mi hanno sempre portato con loro in viaggio per lavoro, in particolare negli Stati Uniti, dove l’architettura moderna e creativa non manca di certo.

Parliamo di ristrutturazioni: in questo ambito, qual è il ruolo dell’architetto?

L’architetto ha un background tecnico consistente ed una buona dose di curiosità nell’osservare il mondo che lo circonda. Quando ristrutturo devo tenere presente tutti gli aspetti e le implicazioni che, in una scelta dettata da esigenze o richieste specifiche della committenza, possano instaurarsi  tra desiderio di rinnovamento e reali opportunità di trasformazione; che si tratti di un alloggio o di una dimora di maggiori dimensioni.

L’interpretazione del progetto in base alla struttura. Su cosa deve focalizzarsci l’attenzione dell’architetto?

La ristrutturazione di un edificio o una parte di esso, passa certamente attraverso la lettura preventiva degli aspetti tecnici dello stesso, quali gli impianti e l’ossatura strutturale; la ristrutturazione deve essere funzionale ed esteticamente apprezzabile; senza effettuare questa prima osservazione è facile compromettere la funzionalità della ristrutturazione, influenzando anche il risultato dell’aspetto estetico.

Richieste di intervento particolarmente fantasiose. La struttura di un edificio può consentire anche drastiche trasformazioni?

Il nostro non è un lavoro esclusivamente tecnico, anzi; l’architetto è un professionista capace di coniugare estetica e tecnologia. Ritengo che non ci siano particolari limiti alla creatività. Talvolta ci capita di scontrarci con problematiche di tipo tecnico ma anche in questo caso, nulla che non si possa risolvere con il supporto ingegneristico di cui il mio studio si avvale.

Estetica e funzionalità

Facciamo un esempio: “una casa di pregio, l’appartamento appena rinnovato; vivendolo quotidianamente ti accorgi che effettivamente gli spazi e le funzioni non sono a tua misura…”

Alla base di tutto c’è la corretta interpretazione delle esigenze del cliente. Si tratta di mettere in campo un insieme di valori e idee, senza lasciare nulla al caso e all’improvvisazione.

Se posso permettermi di fare un paragone potrei affermare che un buon progetto sia come il vino, ha bisogno di un periodo di “decantazione” prima di essere gustato. Ovvero si tratta di un processo di sedimentazione durante il quale il progetto “matura” sino ad una equilibrata soluzione architettonica, scopo del mio lavoro.

Ma secondo lei, l'estetica non potrebbe essere sacrificabile, laddove la situazione lo richieda, in favore dell’aspetto tecnico oppure ci possiamo concedere sempre un po' di “bellezza” a prescindere dalla funzionalità?

Come dicevo, non penso che si tratti di sacrificare l’estetica in favore della funzionalità. L’estetica è il frutto di un processo ragionato e condiviso con la committenza, fa parte della natura delle cose ed è aspetto imprescindibile dalla natura tecnica. E comunque l’estetica non è un aspetto universalmente riconosciuto, secondo lei da cosa potrebbe essere influenzato?

... dai gusti personali immagino...

Proprio così. Spesso la funzionalità diventa anche bella quindi si può ragionare al contrario. È utile partire sempre dagli aspetti funzionali che il progetto deve assumere, per cucire su misura il vestito giusto sul nostro cliente. Si tratta di un processo praticamente sartoriale.

Spazi ed esigenze

Una casa con spazi che non rispecchiano più le proprie esigenze, è certamente una casa infelice da vivere ma l’idea di stravolgerla spesso è peggio…..

È vero. L’abitudine a vivere lo spazio abitativo così com’è, provoca delle resistenze nell’accettare di vedere la propria casa stravolta quando si approccia una ristrutturazione, con la paura di non riuscire ad abituarsi alla novità. Tutto ciò è normale ma non deve spaventare; la necessità del cambiamento e il concetto di rinnovare è proprio della natura umana. Il cambiamento deve essere vissuto come una opportunità di rinascita personale e dei propri spazi vitali. La casa non è forse questo?

Quindi l’architetto deve essere anche un po’ psicologo?

Assolutamente! Il dialogo è un aspetto molto importante del mio lavoro; conoscere la committenza e instaurare un rapporto di fiducia reciproca aiuta molto a ridurre i rischi di incomprensione tra le parti ottimizzando il grado di soddisfazione e di accettazione del cambiamento.

Non dimentichiamo che siamo fondamentalmente chiamati per trovare soluzioni a cui il cliente non ha pensato.

Concetto di trasformazione e durabilità

Cambiare profondamente l’aspetto interiore di una casa è emozionante. Il concetto di trasformazione e  rinnovamento è senza dubbio il risultato a cui deve mirare nel suo lavoro.

La casa deve trasformasi! Altrimenti significa non fare bene il proprio lavoro! Ovviamente sempre secondo la volontà del cliente. Il cambiamento, per piccolo o grande che sia, si deve percepire e deve essere goduto appieno dalla committenza per molti anni a venire. Il progetto deve durare nel tempo… E questo è ciò che mi pongo come obiettivo.